ASSOCIATION
SAUVER L'IMZAD

  Jeune fille targuie

  Jeune fille targuie portant ses bijoux traditionnels

  Jeune homme targui

 

  

IL CODICE DI SEDUZIONE

 

Una serata d’Imzad
U

na volta si suonava l’Imzad in mattinata. Era l’occasione di una riunione galante fino a mezzogiorno. Poi ci si alzava per partire. Si suonava anche di pomeriggio. Ci si riuniva ancora intorno all’Imzad fino al Tramonto, momento in cui ci si separava. Certi andavano a radunare il loro gregge, altri badavano alle proprie facende fino al far della notte. La serata, conviviale, riprendeva poi fino all’ora della mungitura dei greggi (azûzeg), sotto al cielo costellato; le note gravi e acute dell’Imzad, un ritornello, parole accompagnate di suoni, affascinavano i convivi nel silenzio divino e infinito del deserto.

Dopo la mungitura, si va al letto. Prima di separarsi gli uomini pregano la presidente della “djalsa” (incontro conviviale) di poter tornare per una nuova serata poetica. Quella che ha presieduto l’incontro, che sia vecchia o giovane, prova a soddisfare la sua assistenza rinnovando sempre l’invito.

Sembra che nell’Ahaggar e altrove, le riunione galanti e le feste riprendano spesso dopo cena. In verità, ogni ragazzo si sforza allora di conoscere la risposta della ragazza che vuole ritrovare, perché è sconveniente isolarsi, durante la serata, per fare questa domanda.

I giovani, usano, qualche volta, di un linguaggio digitale discreto: un circolo tracciato col dito nel cavo della mano della ragazza e nel quale il ragazzo pizzica coll’indice, dichiarandole, da questo segno, il suo amore.

La ragazza prende allora la mano destra dell’innamorato e ci traccia allora un andata-ritorno in diagonale: quello che significa “parti, come tutti, e torna discretamente vicino a me”. Senno, traccia un’andata senza ritorno, quello che significa “parti, ma non tornare”.

Se il ragazzo incontra un concorrente che lo ha preceduto vicino alla bella, si deve scansarsi discretamente.

Se due innamorati, si trovano insieme ai lati della stessa ragazza, il più giovane deve cedere il posto al maggiore, a meno che la ragazza ne abbia deciso diversamente. Le donne apprezzano molto le poesie che gli uomini compongono per loro. Ricevono delle ricompense piacevoli. Tutte quelle pratiche si fanno nell’eleganza e la discrezione.

Quando un Kel-Ahaggar (una persona nata in Ahaggar) conosce una buona suonatrice di viola-amica o anziana- se amazza un camello o una capra, le offre tutte le costole dell’animale. Se è una giovane, che sia sposata o no, sono i ragazzi, loro stessi, che portano le costole piantate su un giavellotto che piantano all’entrata della tenda. La donna si alza e prende le costole che distribuisce alle sue amiche dicendo loro: “Vedete, a me che so suonare l’Imzad, mi mandano delle costole, a voi niente!”

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