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  Gravure rupestre à Aguenar reprsentant des animaux schmatiss

  Gravure rupestre à Tagmart représentant un éléphant et un rhinocéros

 

 

  

IL TIFINAGH

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L’alfabeto berbero da A La lettre Z en tifinagh

Da Rachid RIDOUANE ZIRI

 

Origine autoctona ?

Diversi ricercatori però mettono in dubbio l’origine fenicia (St Gsell (1956), J.G. Février (1956), Friedrich (1966)). L’ipotesi punica incontra infatti diverse obiezioni. Da una parte, secondo Gsell, è molto probabile che i “Fenici” non ci siano dati loro stessi il nome di “Fenici”, con il quale i greci li designavano. L’esempio degli Amazigh designati da un altro nome dai Romani –“Barbarus” da cui è derivata la parola “Berbero”- sostiene quest’analisi. La seconda obiezione emana dal paragone tra i due alfabeti che dimostra poche somiglianze tra il Tifinagh e il Fenicio. E notevolmente l’assenza di vocali iniziali in Berbero, lo scarso numero di lettere identiche (6 lettere) e le differenti disposizioni delle due scritture (orizzontale e dalla destra alla sinistra per il punico, e verticalmente e dal basso all’alto per il tifinagh) che hanno portato a dubitare di questa origine.

Secondo St Gsell (citato da Khettouch 1996: 58) “delle figure elementari simili alle lettere dell’alfabeto libico appaiono già, mescolate ad animali, su incisioni rupestri notate un po’ dappertutto in Africa del Nord e anteriori al primo millennio avanti Cristo.” Secondo lo stesso autore, queste scritture potrebbero essere il risultato dell’evoluzione di un sistema pittografico in cui le immagini sarebbero diventate dei segni fonetici. La data di comparsa di quelle figure esclude il legame tra il Libico e il Punico. Stessa costatazione per Gabriel Camps(1968-pp47:60): il libico è ante-punico e niente prova che il suo alfabeto sia stato importato. J.Friedrich (1966), lui, sostiene che l’alfabeto berbero è una sorella dell’alfabeto semitico invece di una discendenza mutuata.

Quale conclusione?

Senza prova ineluttabile, non possiamo sostenere una tesi o l’altra. E’ ovvio che il sentimento identitario ci spingerebbe ad adottare e difendere l’origine autoctona. Ma il rigore scientifico e la ragione ci costringono ad aspettare altre ricerche sull’alfabeto Amazigh per risolvere questa domanda. Un campo d’investigazioni molto largo e molte ricerche speccializzate sono da fare sul libico. Unica conclusione incontestabile: gli amazigh disponevano di un sistema di scrittura a un periodo in cui diverse altre culture erano ancora allo stato preistorico.

La data di comparsa del Tifinagh.

Anche lì diverse ipotesi coabitano aspettando altre ricerche e conclusioni. L’unica certezza ci è parvenuta da un’iscrizione che porta una data: quella del tempio del ré amazigh Massinissa che attribuisce la costruzione del tempio all’anno decimo del regno di quel ré e cioè 139 anni prima della nostra era. Per certe persone, le trascrizioni libico-berbere cominciano ad apparire verso 150 prima della nostra era e si estendono su un periodo di 600 o 700 anni. Ma quella data incontra un’obiezione maggiore. L’alfabeto essendo già perfezionato –quello del tempio di Massinissa-è normale supporre che ci sia stato un periodo di sviluppo che non può essere raggiunto in 11 anni. Camps (1978) fa risalire la data della comparsa del Tifinagh almeno al VI secolo avanti Cristo.

L’evoluzione del Tifinagh
  • Reso ufficiale dai re Massinissa e Micipsa durante il loro regno.
  • Uso mantenuto fino al periodo romano (menzionato dagli autori latini tardivi: Fulgenzio il mitografo, Corippo...)
  • Scomparsa dell’Africa settentrionale all’arrivo degli Arabi. Nessun testo arabo ha menzionato questa scrittura
  • Il suo mantenimento nel mondo Touareg fino ai giorni nostri
  • La sua rinascita all’inizio degli anni 70 dai Berberi dell’Africa del Nord (soprattutto in Algeria e Marocco).

 

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